Copertina vinile “Romeno è Giulietta” Opera completa con musiche e testi originali e libretto d'opera
Vista dell'installazione RED VERONA Galleria studio la città, Verona, 2015
Vista dell'installazione RED VERONA Galleria studio la città, Verona, 2015
Vista dell'installazione RED VERONA Galleria studio la città, Verona, 2015

Red Verona

Studio La Città, Verona

DESCRIZIONE

L'indagine in questa occasione, come l’artista scrive nella nota di un testo che accompagna una delle sue opere, prende spunto dagli anni Novanta, “come inizio di un declino economico e culturale che ha investito l’Italia, in particolare le province del Nord e in buona parte anche l’Europa fino a sfociare nella crisi attuale ”.Opere che si presentano come un serrato dialogo e confronto sul concetto di identità, tra limite e possibilità di mutamento, quale reale specchio del tempo.

Le opere si offrono come la struttura di un intenso e sfaccettato racconto. L’artista traccia una linea sulla quale pone, attraverso il suo sguardo, conflitti mentali e politici legati alle trasformazioni in corso. Sollecitazioni individuali e sociali causate da eventi recenti con un occhio alla storia del passato. Narrazioni letterarie, fantastiche capaci di dissolvere il rigore del vero e del falso per diventare feticci talmente reali da essere ricordati, celebrati, condivisi al pari di fatti accaduti. La linea di Eugenio Tibaldi segna, incrociando fatti e storia della città di Verona con altre realtà, confini geografici che s’incontrano e scontrano con i confini dell'esistenza.

 

Ecco allora, tra le opere esposte, l’orizzonte urbano di Verona Landscape, imponente lavoro nel suo sviluppo lineare oltre 30 metri di lunghezza, viaggio dello sguardo tra luoghi fisici della città che assumono un valore concettuale. Idealmente, come nei fotogrammi di una pellicola srotolata, edifici trasfigurati e sospesi, isolati e ricontestualizzati, tra reale ed irreale, si affiancano dando vita ad uno spazio ambiguo di grande suggestione pittorica e poetica seppure sempre testimone di crudi mutamenti sociali.

Nell’installazione untitled 01, invece, l’eco delle vicende storico-letterarie legate alla tragedia dei due amanti shakespeariani ambientate nella città di Verona. Una storia in un brano musicale, appositamente scritto da Eugenio Tibaldi, inciso su un disco in vinile e prodotto in serie limitata per l’occasione, diffuso tramite due giradischi (modelli originali, tra i primi semiautomatici della fine degli anni Ottanta) all’unisono, in due versioni che condividono lo stesso testo. Sul lato a, nell’adattamento lirico interpretato da  un cantante del Conservatorio Di Verona , sul lato b, nella versione di una ballata interpretata da un duo di musicisti rumeni.

Una storia sonora che accompagna il visitatore negli ambienti della mostra, partitura dove le voci, sovrapponendosi, uniscono in un ideale dialogo la tradizione lirica della città a quella musicale dell’etnia rom, presenza di notevole rilievo nel territorio.

La riflessione sull’identità personale e sociale passa anche attraverso il gioco di finzione e dello stereotipo, nella rappresentazione del labile confine tra reale ed immaginario declinato nell' installazione Maps, ventiquattro opere realizzate con materiali industriali, imitazioni della tipica pietra marmo rosso di Verona, con la descrizione del perimetro urbano di tutte le altre città dal nome Verona. Ventiquattro insediamenti urbani esistenti, questi presentati nelle mappe, rintracciati negli angoli più improbabili del mondo che dall’originale, senza motivi o collegamenti apparentemente fondati, mutuano soltanto la denominazione, perlopiù a causa della fama letteraria dovuta alla storia dei due sfortunati amanti, Giulietta e Romeo. 

 

Il lavoro di Eugenio Tibaldi racconta di presenze, delle migrazioni etniche, delle ragioni degli spostamenti e di attuali insediamenti, degli effetti prodotti dal formarsi di nuovi reticoli culturali.  Silenziose testimoni della convivenza di elementi, allo stesso modo naturale e forzata o conflittuale, le opere sono stratificazioni di fatti e informazioni, esempi di conquiste, di sentimenti ed aspettative, di delusioni e fallimenti. Indicatori di trasformazioni avvenute o in atto, di cortocircuiti per una fondamentale ridefinizione dell’identità di ciascun individuo, basata sull’ascolto e sul confronto.

 

Relazione e permeabilità, tra le linee guida, in un percorso che spinge l’attenzione sui possibili effetti degli scambi interpersonali, necessari per comprendere il senso della definizione dello spazio vitale, proprio e comunitario.  Spazio vitale nel quale la permeabilità non è perdita, quanto piuttosto accrescimento e rafforzamento delle identità.

Gli aspetti delle trasformazioni sociali in relazione all’economia e alla politica, i confini tra azioni legali ed illegali, trasformano Verona, ancora una volta, nel luogo di una scenografia inconsapevole nel teatro dei conflitti interni dell’animo umano.